lunedì 7 aprile 2014

COLLI EUGANEI- Monte Cinto

Facile escursione sui colli Euganei alla scoperta del Monte Cinto, situato nel comune di Cinto Euganeo (Padova).

Lunghezza: Km 5,3 (comprese le deviazioni)
Dislivello: mt. 267
Grado di difficoltà:medio. Accessibile a persone di qualsiasi età (con abbigliamento idoneo e calzature di tipo escursionistico)
Tempo medio di percorrenza: 3 ore.
Stagioni più favorevoli: la primavera e l’autunno.


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Il sentiero inizia a 100 metri dal piazzale del Museo Paleontologico di Cava Bomba, sulla sinistra della strada in direzione del centro di Cinto Euganeo.

Si parte allora lungo questa via semplice, che dopo pochissimi minuti fiancheggia la grande conca  che fu sede della ex cava di calcare. qui si trovano le statue di due dinosauri (un Apatosaurus e un Adrosauro) che fanno provare la strana sensazione di un tuffo nel passato.
Dall'altro lato invece, su una piccola spianata, si possono notare i carrelli usati dai cavatori di calcare, che scaricavano sulle  sottostanti fornaci per la produzione di calce. Nella stessa area sono esposte anche alcune tipologie di pietre provenienti da cave nei Colli euganei.
Il sentiero risale il versante sud calcareo del Monte Cinto. Superata una casetta in pietra, si costeggia un vigneto adagiato su terrazzamenti e contornato da ulivi, per poi attraversare in salita un  boschetto di robinia e proseguire tenendo la pista forestale che attraversa un querceto termofilo ricco di roverella, orniello, erica arborea, cisto, pungitopo e asparago selvatico. Superata una breve curva in salita, dotata di steccato in legno, si raggiunge un pianoro dove confluisce la vecchia strada sterrata un tempo utilizzata dai cavatori di riolite; qui si trovano alcune masegne, blocchi vulcanici lasciati a svolgere il ruolo di panchine.
Dal pianoro si tiene la sinistra e si prosegue lungo la carrareccia nel castagneto; dopo un paio di dolci tornanti, il panorama  si apre sulle colline centro meridionali, dal Venda al vicino Gemola con Villa Beatrice d’Este, fino ai più lontani M. Rua e i colli di Monselice e Baone. 
Ottimo punto di osservazione della morfologia euganea, il sentiero arriva nei pressi dell’entrata della  cava di riolite colonnare; la visione che si offre entrando, con la dovuta cautela, nel maestoso anfiteatro della cava è spettacolare; lunghissime colonne di riolite, solo parzialmente ricoperte dalla vegetazione, ancora oggi testimoniano con vivace immediatezza l’origine vulcanica che le ha prodotte.
Usciti dalla cava, il percorso sull’immediata sinistra conduce, con breve salita, alla cima del Cinto, occupata dalle rovine del castello medievale..
Strategicamente importante  per il ruolo di controllo sulla pianura circostante e sul settore sud occidentale dei Colli Euganei, il Monte Cinto era già frequentato dall'uomo in epoca preistorica. Nel Medioevo fu sede di un castello di cui si hanno notizia a partire dall'anno Mille. Il nucleo fortificato, raso al suolo una prima volta nel 1242, fu ricostruito e definitivamente abbandonato nel XV sec. dopo la conquista della zona da parte della Repubblica di Venezia. Non resta molto del castello; l'unico oggetto ben conservato è un antico  mortaio in pietra, che si trova ubicato quasi al centro dell'area.
                                                  
Si ridiscende fino allo spiazzo delle panchine di pietra e prediamo la carrareccia alla sua sinistra; poco prima di entrare in un ampio rimboschimento a pino nero, si prende una deviazione sempre a sinistra che in breve conduce ad una area di sosta attrezzata. Troviamo i  segnali e imbocchiamo il sentierino 

a sinistra verso la porta o   buso dei Briganti
luogo di grande attrattiva,dove si narra che i briganti stessi si nascondessero per sorvegliare la strada sottostante (un centinaio di metri più in basso) per depredare chiunque passasse in quei luoghi.
fu anche un deposito di polvere esplosiva e armi sempre dei briganti.
Ancora oggi si narrano leggende...


Rientrati presso l’area di sosta, si prosegue lungo il sentiero che scende costeggiando prima il prato poi il bosco del versante nord, prestando attenzione, presso alcune coltivazioni e un allevamento di api, ad una deviazione segnalata per aggirare zone non accessibili.
Ricongiuntisi al percorso principale, procedendo a saliscendi nel castagneto ceduo del versante ovest, si incontrano in alcuni punti dei blocchi in cemento  collocati per impedire l’accesso ai  mezzi motorizzati, dopo i quali la direzione da tenere è sempre la sinistra. Fino a ricongiungersi alla parte iniziale del percorso, in prossimità del vigneto con gli  olivi e si giunge al termine.


Un bel percorso, bellissimo in primavera per le fioriture: erica carnea, cercis siliquastrum (albero di Giuda)  e tanti altri...

                     


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