venerdì 2 maggio 2014

Modigliana - Eremo Montepaolo - Dovadola


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Dalla Concattedrale di Modigliana Concattedrale di Modigliana si prende la laterale a destra che è via Giovanni Amendola.  ci si può fermare un attimo nella chiesetta Chiesetta della Madonna del Cantone Madonna del Cantone 
Al semaforo si procede diritto in via Verità, si gira alla prima laterale a destra, via A. Saffi A.Saffi   Si arriva in piazza Don G. Minzioni, si supera il ponte della Tribuna Tribuna, si procede diritto in via N. Sauro. Si continua sempre diritto per la Strada della Roccaccia Roccaccia
 (fonte all‟imbocco della via sulla sinistra). Si possono ammirare i tetti del paese

Si entra per la porta

 della Rocca dei Conti Guidi 

(sec. XIV-XV). Si supera un ponticello (1,5 km). Si esce sulla strada asfaltata 
di via Fusina (2 km) e si svolta a sinistra scendendo. Alla fine di via Fusina, si svolta a U (destra) in via Ibola (2,2 km). 
Dopo circa 600 metri si svolta a sinistra nella strada bianca di via Castagnara (2,8 km). 
Dopo 100 metri si attraversa il ponte sul torrente.

 Si segue sempre diritto il sentiero (circa 4 km). Dopo 1,5 km (4,5 km) 
si continua diritto (non svoltare a U a destra). Si continua a salire. Dopo 5,1 km da inizio tappa si prosegue salendo diritto e costeggiando la collina

. Dopo 200 metri si segue la curva a destra in salita. Arrivati sulla carrareccia si svolta a 
destra e si continua a salire.

 Si incontra a sinistra una casa in costruzione. Si segue la strada bianca principale  diritto, tenendosi la dorsale della collina a destra. Si segue il sentiero ghiaiato fino al suo esaurimento e si esce sulla strada asfaltata; si svolta a sinistra. Al km 8,1 si continua diritto sulla strada asfaltata di via Morana che si segue. 
Si arriva al bivio dove c‟è il Monumento al Ciclista



e si prende via Monte Trebbio a destra in discesa. La si segue per 
circa 2,1 km. Quindi, si prende a sinistra la stradina sterrata (10,3 km) che, dopo circa 4,3 km (seguire il crinale), si 
esaurisce sulla strada asfaltata di via Monte Paolo: si svolta a sinistra, salendo (14,6 km). Si segue la strada asfaltata 
fino a raggiungere l‟agognato Eremo di Montepaolo, meta “sudata” del nostro pellegrinaggio! (16,1 km). 
Esso costituisce il più importante santuario antoniano in Emilia Romagna (e uno dei più importanti d‟Italia), luogo in 
cui Sant‟Antonio ebbe la sua prima residenza italiana nel 1221-1222. Montepaolo conserva un‟insigne reliquia “ex 

corpore” e la ” e la “Grotta” dove il Santo si ritirava a pregare. Il santuario è stato ricostruito in stile neo-gotico agli inizi del 
Novecento; completamente affrescato, conserva notevoli opere d‟arte moderne e contemporanee. All‟esterno del 
santuario si trovano tre percorsi artistici e spirituali: il “Sentiero della Speranza”, che rappresenta la vita del Santo, il 
“Viale dei Mosaici”, che raffigura la storia di Montepaolo, e “L’oasi di San Francesco”, ispirata al Cantico delle 
Creature. Godetevi il sacro luogo in pace e preghiera! Sant‟Antonio è qui con voi! 

Dopo la visita all‟Eremo, la sosta contemplativa e di preghiera, vi attende la discesa dal Monte sacro. Si può 
raggiungere la cittadina di Dovadola: o per continuare il pellegrinaggio (Cammino di Assisi) o per la dipartita (in 
giornata o, se decidete di farlo il giorno dopo, potete pernottare nel primo rifugio del Cammino di Assisi). 

Dall‟uscita dell‟Eremo si segue la strada asfaltata in discesa per circa 2,6 km (si supera un piccolo capitello con 
Madonnina e Sant‟Antonio sulla destra 18,8 km). Quindi si prende il sentiero sterrato a destra (19,2 km) e lo si segue 
fino alla prima curva. Qui si prende il sentierino sterrato e poco marcato (19,3 km) che c‟è di fronte. Lo si segue fino ad 
una discesetta: qui si prende il sentierino strettissimo (19,5 km) a destra che scende nel bosco. Si finisce in uno slargo 
(19,8 km). Si procede diritto per la stradina bianca ghiaiata in discesa (si entra in una proprietà privata con sbarra, in 
genere, aperta). Dopo circa 200 metri, alla curva a destra, si svolta a sinistra, superando una passerella in legno (20 km) 
e imboccando il sentiero sterrato di fronte. Lo si segue. 

(Percorso alternativo per le bici: a) si segue la strada asfaltata che conduce giù dal monte; b) si può seguire la prima 
parte dell’itinerario dei pedoni (ma con sentieri strettissimi) fino allo slargo: quindi, si svolta a sinistra e si segue la 
strada asfaltata che conduce giù dal monte; girando a destra, si raggiunge Dovadola). 

Giunti alla fine del sentiero, ci si trova sulla strada asfaltata di via Nazionale (SS 67; 20,7 km), la si attraversa e si 
prosegue lungo il sentiero sterrato di fronte. Dopo circa 200 metri la strada diventa asfaltata e si procede diritto. Si 
incontra a destra la Chiesa della SS. Annunziata in via Ospedale (21 km). Quindi si svolta a sinistra, superando il ponte. 
Dopo il ponte si attraversa via Nazionale (SS 67) sulle strisce pedonali (se si prosegue diritto fino alla via successiva a 
sinistra, viale Dante, c‟è una fonte subito sulla sinistra) e si supera il ponticello di fronte (21,1 km). Da via Carbonaie si svolta a sinistra in via della Fonte Vecchia. Alla fine della via si svolta a destra in via Antonio Raineri Biscia. Si 
raggiunge Piazza Cesare Battisti, centro storico della cittadina di Dovadola (21,3 km). 
Qui si può visitare (sulla destra) l‟Oratorio S. Antonio, chiedendone l‟apertura in Comune. 
Ritornati in piazza, ci si tiene tiene sulla sinistra, si prende via G. Matteotti, si supera sulla sinistra Piazza della Vittoria. 
Quindi si svolta a destra in Piazza Guglielmo Marconi (21,5 km), la si attraversa, si imbocca via Guido Guerra, si 
supera il ponte e si prosegue diritto. Al bivio (21,6 km) si tiene la sinistra e si procede in via G. Guerra. Quando si 
incontra l‟indicazione Abbazia di Sant’Andrea (sec. XII-XIV), gioite! Siete arrivati al rifugio “Benedetta Bianchi 
Porro”! Fatevi raccontare da Don Alfeo la vita di questa straordinaria donna già beatificata, le cui spoglie sono 
conservate nell‟Abbazia (21,9 km; fonte). (Si può anche visitare la sua abitazione in paese). 
L‟Abbazia sorge su un‟altura oltre il fiume Montone. Fu fondata dai monaci cluniacensi prima del Mille, la prima 
menzione risale all‟anno 1116. Nel XV secolo la chiesa venne restaurata assumendo l‟aspetto, in stile rinascimentale 
toscano, che conserva tuttora.